CENTRO CULTURALE “DON ALDO BENEVELLI” dell’Associazione Partigiana Ignazio Vian di CUNEO “RESISTENZE DI OGGI – INFORMARE PER RESISTERE” PRIMAVERA 2022
Tornano gli appuntamenti di “Resistenze di Oggi – Informare per Resistere” del CENTRO CULTURALE “don Aldo Benevelli” dell’Associazione Partigiana Ignazio Vian , presso lo Spazio Incontri FONDAZIONE CRC via Roma nr. 15 Cuneo , con il patrocinio della città di Cuneo e l’adesione all’iniziativa di FIVL, ANPI Cuneo , Istituto storico della Resistenza Cuneo , Fondazione Nuto Revelli e Service center onlus Casa di accoglienza temporanea “il Sogno di don Aldo Benevelli” Cuneo via fossano nr. 20.
Il ciclo di incontri , alla sua XV edizione, ha come tema la necessità profonda di migliorare l’esistente , quello che non si vede o non si vuole vedere .
Sabato 26 marzo 2022 ore 21 : “Quarant’anni di lavoro in carcere” Un viaggio professionale e umano che si intreccia con alcuni momenti chiave della storia italiana. La storia del Direttore che inventò il carcere normale: LUIGI PAGANO. Laureato in giurisprudenza e specializzato in criminologia, nel 1979 a soli 25 anni è vincitore di concorso come Direttore di carcere . Nei suoi quarant’anni di lavoro in carcere sorveglia i brigatisti che hanno sequestrato e ucciso Aldo Moro e la sua scorta; vede trucidato Francis Turatello boss della mala milanese e l’isolamento all’Asinara di Raffaele Cutolo, capo della nuova camorra organizzata; infine, tangentopoli che trascina politici e manager in cella. Alla direzione di numerosi Istituti penitenziari italiani, Pianosa, Nuoro, Asinara, Alghero, Piacenza, Brescia, Taranto, fino al San Vittore a Milano nel 1989 dove resta per 16 anni , includendo dal 2001 anche la direzione della casa di reclusione di Bollate, tra le esperienze più avanzate per quanto riguarda l’inclusione sociale dei detenuti. Successivamente è a capo di tutti i penitenziari del nord ovest Italia e poi numero due del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Il carcere Luigi Pagano lo conosce bene perchè ci ha dedicato 40 anni della sua vita tra l’essere sbirro e insieme riformatore , tra conciliare le regole alla capacità di comprendere con umanità, e empatia e la volontà di cambiare il sistema delle cose per accorciare la distanza tra i principi sanciti dalla Costituzione e la realtà degli Istituti penitenziari.
venerdì 1 aprile 2022 ore 21: “Storie dall’Afghanistan di Emergency”. VAURO SENESI , disegnatore , giornalista, racconta di guerre, di un Paese senza pace che oggi si trova a fare i conti di nuovo con i talebani e con la povertà causata da decenni di guerra ininterrotta. Più di 40 anni di guerre hanno causato un milione e mezzo di morti, centinaia di migliaia di feriti e mutilati, oltre 4 milioni di profughi. Sono storie che Vauro ha raccolto e portato nel cuore dalle missioni a cui ha partecipato con Emergency o storie che gli sono state raccontante. Su tutte queste storie incombe lo spettro della guerra perchè la maggior parte della popolazione afghana ha solo sempre conosciuto la guerra. Vauro è stato dal 2006 al 2009 portavoce dell’ong Emergency, fondata nel 1994 anche da Gino Strada per offrire cure gratuite alle vittime della guerra e della poverta’. Con Emergency Vauro ha partecipato a missioni in Afghanistan, Iraq, Sierra Leone, Sudan.
Sabato 9 aprile 2022 ore 21 : “L’antimafia tradita ” FRANCO LA TORRE , figlio di Pio La Torre politico e sindacalista assassinato da cosa nostra per ordine di alcuni capi tra cui Riina e Provenzano il 30 aprile 1982. Franco La Torre , nato a Palermo, vive a Roma dal 1969 . Appassionato di storia , esperto di cooperazione internazionale, ha lavorato a lungo in medio oriente, mediterraneo e africa. Da 25 anni si occupa di progetti europei per lo sviluppo urbano sostenibile. E’ stato componente dell’ufficio di presidenza e della segreteria nazionale di Libera e responsabile Libera Europa. A metà degli anni novanta Franco La Torre raccoglie il testimone della madre e si assume, come impegno quotidiano, di continuare la battaglia contro il sistema politico-mafioso. “L’antimafia tradita. Riti e maschere di una rivoluzione mancata” è una riflessione sofferta ma ricca di proposte per il futuro di Franco La Torre che al movimento dell’antimafia si è sempre dato con convinzione e dedizione. Franco La Torre ricostruisce il filo che unisce tutti i movimenti antimafia, con un’interessante ricostruzione storica, dettagliata e ricca di aneddoti, che ci fa conoscere il mondo dietro al movimento dell’antimafia, soffermandosi molto sui motivi che spingono i parenti delle vittime di mafia, dopo un percorso interiore di elaborazione del lutto non sempre riconosciuto all’esterno, ad attivarsi personalmente contro ogni forma di criminalità organizzata, spendendo ogni minuto del loro tempo libero per informare e attivare la società civile . E’ il racconto di come la mafia si sia persino mascherata da antimafia: un atto di accusa contro un’antimafia che ha tradito il mandato originario, che si è chiusa in se stessa, sempre più consociativa e addomesticata. Per Franco La Torre il futuro dell’antimafia può essere solo nella direzione di una cultura della legalità, perchè la lotta alla mafia è la difesa della democrazia.
Giovedì 21 aprile 2022 ore 11 INCONTRO CON GLI STUDENTI DELLA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO DI CUNEO in SALA SAN GIOVANNI VIA ROMA N.4 CUNEO con GIULIANO TURONE
“Stragi e depistaggi dal delitto Moro alla Strage di Bologna”. Giuliano Turone, giudice emerito della Corte di Cassazione, scrittore e già docente di tecniche dell’investigazione all’Universita’Cattolica di Milano. E’ stato il giudice istruttore che ha indagato sulla presenza di cosa nostra a Milano negli anni ’70 arrivando all’incriminazione del capomafia di allora Luciano Liggio. Negli anni ’90 ha fatto parte del primo staff di magistrati della Procura nazionale antimafia. Ha collaborato con il Consiglio d’europa per la redazione della convenzione di Strasburgo del 1990 su riciclaggio e con le Nazioni Unite svolgendo attivita’ di Pubblico Ministero presso il Tribunale penale internazionale dell’Aja per l’ex Jugoslavia. Giuliano Turone era uno dei giudici istruttori milanesi (l’altro era Gherardo Colombo) che il 17 marzo 1981 ordinarono la requisizione di Villa Wanda ad Arezzo, ritiro di Licio Gelli, che permise di conoscere l’elenco degli iscritti alla P2 e molti documenti che provavano l’esistenza di un gigantesco sistema di potere occulto riconducibile alla loggia massonica che per anni ha condizionato la politica italiana. Testimone di fenomeni criminali e anti-istituzionali estremamente pericolosi, il triennio maledetto che si apre con il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro e si chiude con la strage di Bologna, attraverso tanti momenti tragici e oscuri della storia italiana.
Gli incontri sono ad ingresso libero con le modalità previste dalla normativa anti covid 19.
per informazioni: viancuneo@libero.it